“C’è chi dice qua, c’è chi dice là io non mi muovo”.Cosi cantava Vasco Rossi nel 1987 in una delle sue più famose canzoni e proprio oggi questa frase sembra quasi riassumere la nuova presa di posizione di molti italiani che oramai sembrano essere vittime di un qualcosa fuori ogni controllo.Sicuramente questo è un periodo storico in cui un po’ tutti stiamo avendo una crisi delle nostre certezze.È da molti secoli che non fronteggiamo una situazione come quella di adesso.La gente è sempre più confusa anche perché non riesce più ad identificarsi in uno Stato che sia capace di proteggere i cittadini e che al contempo ne rappresenti anche una guida.Sembra inoltre che si faccia fatica a riconoscere cosa sia il bene e cosa sia il male, perchè se da un lato, molta gente lamenta un’errata gestione delle misure prevenetive di contenimento,dall’altra sono anche gli stessi cittadini che criticano un’eccesiva limitazione delle libertà personali.Stanno crollando tutti i punti di riferimento che stanno alla base di uno Stato.Il nostro Presidente con altri sei ministri risultano ora essere indagati per un errata e malconsiderata gestione della pandemia,accuse che ora non troverebbero una vera giustificazione per questo si starebbe mirando ad una archiviazione: “ Ahi serva Italia,di dolore ostello,nave senza nocchiere in gran tempesta,non donna di provincie,ma di bordello!” è così che nel sesto canto del Purgatorio,Dante Alighieri lanciava la sua invettiva riferendosi alla corruzione dei costumi dei suoi tempi,mai come ora possiamo affermare di come quest’ultima sia perfettamente calzante con il corrente periodo storico dell’Italia.Quando vengono a crollare dei punti di riferimento così importanti, ognuno si sente autorizzato a prendere delle decisioni in maniera arbitaria in virtù del fatto che si è perso il rispetto per le autorità. Addirittura non mancano tesi complottiste che spiegherebbero l’ origine di questo virus come qualcosa creato “ad hoc” per ristabilire un nuovo assetto economico mondiale:quale strada prendere? a chi credere? Inoltre la continua spettacolarizzazione di siparietti politici in televisione non sembra essere di nessun aiuto,poiché la gente si trova continuamente disorientata da continue nuove prese di posizione,una volta da una fazione politica e un’altra volta da un’altra.

La domanda sorge spontanea,come uscirne fuori? Ancora una volta la risposta potrebbe arrivare dai nostri antichi saggi greci.Come non possiamo ora richiamare alla mente il grande Platone che nella sua “Repubblica” descrive quali dovrebbero essere le caratteristiche di un governo virtuoso,cioè un sistema in cui tutte le componenti di ogni classe sociale sappiano riconoscere cosa si è più versati a fare.

Forse se si facesse mente anche a quell’ “Intellettualismo etico” di cui parla Socrate non ci potrebbe essere lo sbaglio di prendere delle decisioni che possano recare un danno ad una collettività.Un buon governante è colui che dovrebbe mirare sempre a un bene supremo,slegato da ogni forma di esibizionismo,arrivismo o ogni altra sorta di ambizione personale. Ma la buona condotta dei politici non può prescindere da una conoscenza del bene e se questo non c’è si agisce per ignoranza,cioè per non conoscoscenza del bene.Non sarebbe poi così errato pensare che la conoscenza approfondita della filosofia greca, dovrebbe essere uno tra i prerequisiti fondamentali per essere “ammessi” come politici,ma nell’attesa di avere ciò, purtroppo ci dobbiamo consolare accontentandoci du quello che, purtroppo al momento abbiamo.

Miriam Millaci

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