Sono nata il 1 agosto del 1992, voglio premettere che non ho l’intenzione di scrivere la mia biografia,ma voglio sottolineare questa data per condividere alcune mie riflessioni.

In questo clima di caos e di totale sfiducia nella politica italiana, ci sono dei ricordi che mi legano, da bambina, ad un tempo in cui un po’ tutti vivevamo in maniera più spensierata. Sì, si era più spensierati, perché si stava meglio, non si sentiva parlare, come adesso, continuamente di crisi, disoccupazione e intrighi tra partiti politici. Forse, un po’ più di adesso, c’era la consapevolezza che noi italiani potevamo essere ancora protagonisti, come se, in qualche modo, potevamo cambiare quello che ci stava intorno… sempre se lo volevamo.

Il momento delle votazioni, un tempo, era vissuto dai cittadini con più serietà e con un senso di fiducia: cosa che adesso, invece, con tutta onestà, appare più come una “farsa”. Sicuramente, l’anno in cui sono nata, e in cui altri giovani come me sono nati, non è stato uno dei migliori e dei più felici

Io sono nata il primo di agosto, in Sicilia, ed esattamente due mesi prima moriva assassinato il giudice Falcone e, solo un mese dopo, il giudice Borsellino. Due tragici eventi, rimasti indelebili nelle menti e nei cuori di tutti: due martiri diventati il simbolo di giustizia e libertà.

In quegli anni sapevo poco della “mafia”, non avevo consapevolezza e né conoscenza di questi fatti, ma ricordo che, tra tutte le cose che potevano andare peggio delle altre, rimaneva una certezza: c’era la lira, e questo non era poco!

Ricordo che, da piccola, io e mia madre, quasi tutti i sabato mattina, andavamo ad un mercato che si teneva in un grande spiazzo adiacente ad un palazzetto dello sport. Per me era una grande gioia, perché quel giorno, sia io che mia madre, avevamo la possibilità di sbizzarrirci a comprare tutte quelle cose sia utili, ma anche futili. Per mia madre arrivava il momento di “tuffarsi” nelle bancarelle di pentole e padelle, e poi in quello delle stoffe. Sinceramente, non sopportavo quando lei stava così tanto tempo a guardare quelle cose che consideravo poco interessanti…io non volevo perdere tempo, perché dovevo andare nel reparto dei vestiti e dei giocattoli!

C’era una grande soddisfazione, quando, alla fine del nostro giro, mia madre si ritrovava con tanti sacchetti tra le mani, tra vestiti e cose da mangiare, e con dei soldi ancora in avanzo.

Poi, ad ora di pranzo, si ritornava a casa con Enrico Mentana e il suo tg5. Ero piccola, ma provavo un senso di ammirazione nei confronti di quest’uomo così composto e professionale. Ricordo, ancora adesso, quella sua diretta di quell’11 settembre, quando si dava l’annuncio dell’attentato delle “Twin towers”. Io ero seduta sul divano, attenta a captare ogni notizia, perché ero sicura che l’indomani, in classe, sarebbe stato un possibile argomento di conversazione.

La sera, poi, si stava tutti ad aspettare le indimenticabili puntate di “Stranamore”, con Alberto Castagna che dava il meglio di sé con la sua elegante parlantina, per aiutare cuori afflitti e lontani. Probabilmente non posso dire di avere vissuto gli anni d’oro della nostra storia, ma questi miei ricordi fanno parte dell’ultima parte di un tempo che custodisco con nostalgia e affetto. Ed è per questo che mi manchi tanto, Italia.

Miriam Millaci

Lascia un commento

In voga