È terribile la storia di Willy Monteiro duarte un giovane ragazzo di 21 anni, ucciso a Colleferro, una frazione della provincia di Roma, in una maniera “barbara” e “primitiva” da un branco di quattro ragazzi, con la sola colpa di avere avuto il coraggio di prendere le difese di un suo amico. Questa tragica storia, non passerà inosservata e sarà ancora argomento di dibattito quel poco tempo che basta quando un po’ per tutti diventerà un pensiero un po’ più assopito,ma una società civile, come si considera di essere quella nostra, quando diventa testimone di eventi così barbari, deve avere il coraggio di porsi degli interrogativi, il più spontaneo è: com’è si è arrivati a questo? La domanda ha delle risposte nella nuova “cultura nichilista” di cui la società di oggi è diventata protagonista e i responsabili sono un po’ tutte quelle personalità di cui fanno parte certi ambienti come quelli ecclesiastici, testimoni deboli di messaggi cristiani dai molti ritenuti demodè in questa società attuale, un altra va a quella parte di politica che è sempre più impegnata a sponsorizzare e spettacolarizzare tematiche come quelli del flusso migratorio dovendosi invece limitare a fare soltanto il proprio “lavoro” senza fare di questa questione un contenzioso tra i diversi partiti o cercando di attirare consensi di parte tra la popolazione.Per ultimo una parte importante la giocano i nuovi modelli di riferimento dei giovani, come quella degli influencer o dei vip emergenti del contesto musicale o televisivo, i quali sponsorizzano ogni singolo momento delle loro vite, tramite foto o video, con il solo fine di apparire più belli, con più soldi e con una vita, dove quasi tutto, viene ottenuto senza molti sacrifici. Questi modelli sono un inganno per giovani che non riescono a trasformare in realtà questi modelli proposti, creando in questo modo delle vite in cui predomina una forma di schizofrenia che si divide tra quello che sono e quello che vorrei essere. La soluzione per fare si che situazioni come queste non accadono più, deve essere nella presa di coscienza di tutte le istituzioni, dei mass media che in maniera coscienziosa dovrebbero ritrovare quella responsabilità di diventare dei sani modelli attivando un “risveglio” civile e morale per la nostra società.
Miriam Millaci

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