Ci sono cinque minuti famosi, quando giocano le nostre squadre nazionali, in cui noi italiani e come se riprendessimo consapevolezza della grandezza di un Italia che fu; ma la cosa triste è che tutto si “spegne”, appunto, dopo quei cinque minuti. Quindi, noi italiani siamo gli stessi che si sentono così partecipi quando viene cantato il nostro inno, e poi, allo stesso tempo, capaci di dimenticare il grande significato e senso di responsabilità che è sotteso a quelle parole.
Ogni giorno, i nostri cari politici calpestano e infangano il grande lavoro compiuto da Garibaldi, da Mazzini, da Cavour, i nostri “eroi del risorgimento”, individui illuminati capaci di sacrificarsi per la patria fino al punto di morire. Per loro, “patria” significava integrità morale e di pensiero, senso di responsabilità verso se stessi e verso un intero popolo. Ma oggi noi non abbiamo più da lottare, forse, perché abbiamo avuto la fortuna di trovare già il piatto pronto. E allora, uno dei nostri doveri dovrebbe essere, almeno, quello di custodire quei principi e onorarli ogni giorno con l’esempio.
Ma non credo che una persona italiana, animata da sani principi, possa identificarsi con questa “nuova” Italia. I cittadini non si riconoscono più in un identità comune. L’odierna politica ne è un esempio: partiti l’uno opposti all’altro, che agiscono con il solo intento di primeggiare, ottenere visibilità ed elogi facili.
Com’è possibile identificarsi con parlamentari che vengono pagati fior di quattrini per fare quello che non sarebbe altro che il loro dovere, e che godono di privilegi che noi “comuni mortali” non avremo mai? Come possiamo sentirci rappresentati da un partito, come quello della Lega, che si è più volte ispirato a istanze secessioniste, considerando il resto dell’Italia come un appendice scomoda? Forse si sono dimenticati, le parole del nostro Inno di Mameli, quando, ad un certo punto, si canta:”Raccolgaci un’unica bandiera una speme”. Forse che il significato di queste parole, e le tante difficoltà che hanno portato alla conquista della libertà, non sono più attuali?
Miriam Millaci

Lascia un commento