Il consumo delle cosidette “droghe leggere” (marijuana e cannabis) e sigarette, insieme con le altre droghe di sintesi chimica, rappresentano per i più giovani e non, una vera e propria piaga sociale che inizia nella fascia adolescenziale, fino il più delle volte, a rimanere come forma di dipendenza anche in età adulta.

Se per un adolescente la scelta di consumare droghe ed alcool si potrebbe considerare, per lo più, come un senso di ribellione o di autoaffermazione, per magari sentirsi parte di un gruppo, non si può dire che rimanga la stessa motivazione per coloro che, nell’età adulta, ne fanno un consumo regolare, se non giornaliero. I dati dell ultimo EMCDDA del 2020 (osservatorio europeo sulle droghe e sulle tossicodipendenze) ha messo in luce una situazione molto a rischio per quando riguarda l’Europa.

In particolare, si assiste ad un notevole aumento del consumo nella fascia maschile che va dai 15 ai 34 anni, dove le statistiche ci dimostrano come, per esempio, in Italia il consumo della cannabis negli ultimi dodici mesi del 2017(anno preso a campione per la statistica) è stato del 17,3% contro la Francia, in testa, in cui si è registrato il 21,8%, sempre in riferimento allo stesso anno. Il dato relativo al consumo di cannabis è da ritenere in forte considerazione, visto che il contenuto di THC(tetraidrocannabinolo) medio della cannabis e dei suoi derivati, come la resina è passato dall’8% del 2006 al 17% nel 2019, quando il limite minimo fissato della legge italiana dovrebbe partire da un minimo dello 0,2% fino a raggiungere un massimo dello 0,6 % .

Per essere chiari, non è più lo stesso consumo che, negli anni settanta, facevano i “figli dei fiori”; nel tempo, infatti, il mercato si è diversificato, specialmente quello illegale, che punta sempre più a creare delle droghe capaci di generare una dipendenza maggiore. Sempre i dati dell’ultimo report mettono alla luce la situazione dell’Inghilterra, che si attesta rispettivamente prima e seconda per il consumo di anfetamine ed ecstasy: due droghe dagli effetti ancora più importanti rispetto alla cannabis o alla marijuana. Inoltre, le statistiche hanno evidenziato come l’età registrata per il primo consumo di eroina sia di 23 anni con una percentuale del 16% di donne contro l’ 84 % di uomini; la fascia maschile quindi risulta ancora quella più soggetta a questo tipo di dipendenze.

La tematica delle droghe, e quindi del consumo che ne deriva, è sempre stata una delle più dibattute e controverse, poiché non si è mai giunti ad un punto d’accordo riguardo la sua legalizzazione che, a detta di molti, darebbe dei risvolti positivi. È opinione comune, infatti, che ciò che è proibito eserciti una maggiore attrazione, un po’ come se fosse il famoso frutto proibito dell’Eden. Attualmente, gli unici stati in cui l’uso delle droghe leggere è permesso sono i Paesi bassi e gli Stati Uniti. I Paesi Bassi hanno fissato delle regole precise per quando riguarda la vendita nei negozi autorizzati, come nei numerosi coffe shops, nei quali è stabilito il limite dei cinque grammi che una singola persona può acquistare in un solo giorno; il possesso di una dose maggiore è perseguibile penalmente. Nel 2016, in diversi Stati americani, come California, Nevada, Maine e Massachusetts, hanno liberalizzato la marijuana per uso ricreativo e medico, mentre in altri, come Florida, Arkansas, Montana e North Dakota, solo per uso medico.

Inoltre, se fino ad adesso c’è ancora una sorta di tabù di fronte alla vendita riguardo le droghe leggere, non si è data la stessa attenzione al consumo dell’alcool e delle sigarette, i cui effetti si possono, senza ombra di dubbio, paragonare a quelli delle altri tipi di droghe. Secondo i dati riportati dall’Oms, nel 2016 ci sono stati 3 milioni di morti, di cui più di tre quarti erano uomini. Per quando riguarda il consumo delle sigarette, l’unico agente chimico ad essere posto sotto accusa in questi anni è stata la nicotina, ma forse è poco noto che in una sigaretta, sono presenti circa settemila altre sostanze, alcune delle quali risultano persino più dannose della nicotina stessa, settanta delle quali sono cancerogene.I dati dell’Oms ci dicono che ogni anno muoiono 8 milioni di persone per patologie connesse al fumo, un dato molto inquietante che mette in luce una vero e proprio sterminio di persone derivante dal fumo di sigaretta. La lotta delle dipendenze non è cosa da poco; infatti, all’interno del commercio di queste sostanze, c’è un business di portata mondiale che non potrà cadere da un giorno all’altro.

L’unica “arma” che si ha a disposizione è l’informazione, tramite cui è possibile coinvolgere un maggior numero di persone ad informare riguardo i danni provocati dall’uso di queste sostanze. Si dovrebbe iniziare nelle scuole, coinvolgendo soprattutto più piccoli, che, scevri da ogni forma di pensiero specifico in merito all’argomento, possono maturare un’idea chiara che nel tempo può portare ad una maggiore consapevolezza. Inoltre, un’approfondita analisi è indispensabile per risalire ai motivi primari che spingono i giovani a iniziare l’uso di queste sostanze; il più delle volte, per molti, è solo un volere seguire una moda, un’evasione da una realtà che i giovani non sono in grado di decifrare, per mancanza di concetti e idee relative ai molti aspetti della vita. Il dolore che ognuno di noi sperimenta in molte circostanze della vita, momenti di sconforto o di euforia: non tutti sono capaci di gestire le proprie emozioni e dargli l’attenzione e il valore che hanno in relazione al momento specifico, in cui queste, si vivono.Quindi, il dolore o l’eccessiva gioia diventano due emozioni che la persona non è in grado di dominare razionalmente, cercando nell’uso di queste sostanze un modo per arginarle e contenerle.

“Solo se comprendiamo che l’uomo è un misto di emozioni negative e positive si potrà aprire la strada per una maggiore consapevolezza verso noi stessi, perché, come diceva il filosofo greco Epitteto: “Nessuno è libero, se non è padrone di sé stesso”.

Miriam Millaci

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