
Non volevo crederci. Fino all’ultimo ho pensato si trattasse di un errore, magari di un giornalista sbadato che aveva invertito l’ordine di una lista, succede, a volte. Ma il mio scetticismo ha dovuto fare i conti con la realtà. La notizia non proveniva da un giornale sconosciuto, bensì da Forbes. L’articolo affermava che la Finlandia, nel 2021, era il paese più felice al mondo, posizionandosi al primo posto. La classifica deriva dal World Happiness Report 2021, uno studio nato nove anni fa presso l’Earth Institute dell’Università della Columbia, realizzato con il supporto di emeriti professori delle università più prestigiose e numerosi partner, tra cui l’Italia, rappresentata da illycaffè e la Fondazione Ernesto Illy. Quest’ultima, attraverso i suoi progetti, si è impegnata a “sviluppare felicità” attuando principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
La Finlandia ha ottenuto il titolo di “paese più felice del mondo” per il quarto anno consecutivo, e in un periodo dominato da notizie sconfortanti, questo riconoscimento rappresenta una grande soddisfazione e un onore per un paese che si distingue per la qualità della vita. Il World Happiness Report si basa su specifici criteri che ogni nazione deve soddisfare per essere definita in buona salute e, potenzialmente, felice. Le variabili principali includono: livello del PIL, aspettativa di vita, generosità, sostegno sociale, libertà e corruzione.
Analizzando questi fattori nel contesto italiano, appare evidente perché il nostro Bel Paese abbia ottenuto solo il 25° posto, restando fuori dalla lista dei primi venti. Una nazione che si pone come obiettivo l’emissione zero dei veicoli entro il 2030 dimostra lungimiranza, così come la Finlandia, dove hotel, scuole, musei, teatri e università, progettati da prestigiosi architetti come Alvar Aalto, seguono una visione green. A ciò si aggiungono parchi verdi in abbondanza e mezzi di trasporto elettrici, rendendo le città a misura di cittadini e turisti.
Sul fronte economico, se l’Italia prevede una crescita del PIL del 6%, tale previsione ottimistica è ridimensionata a un più realistico 3,5% a causa di un Recovery Plan ancora incerto e degli effetti della pandemia. Neppure una crescita economica solida garantirebbe, però, un benessere generale. Se l’aspettativa di vita resta alta grazie ai benefici della dieta mediterranea, la libertà è sempre più minacciata da una politica opprimente, in cui i confini tra legalità e illegalità si fanno labili. Un esempio evidente è il difficile scenario attuale, con restrizioni che hanno reso i giovani sempre più insofferenti e inclini alla depressione, mentre i ristoratori e gli imprenditori, privati del contatto diretto con il pubblico, si ritrovano sull’orlo del fallimento. Alcuni, sopraffatti dalla crisi, si sono persino tolti la vita.
La Finlandia ha gestito la pandemia con un approccio differente. Dopo un’iniziale adozione di misure restrittive, il governo ha optato per una linea più morbida, limitandosi a fornire indicazioni generali per ridurre i contagi, trovando un’adesione pacifica tra i cittadini. Questo riflette la fiducia che il popolo ripone nelle istituzioni.
Anche il reddito di cittadinanza, in Italia, ha mostrato criticità, poiché il suo obiettivo principale, favorire l’occupazione, non è stato pienamente rispettato, aggravato da numerosi episodi di abuso da parte di chi ne ha usufruito senza averne diritto.
Sul tema della corruzione, il Corruption Perceptions Index (CPI) di Transparency International mostra un quadro chiaro. Questo studio, condotto annualmente su 180 paesi, assegna un punteggio da 0 (più corrotto) a 100 (più virtuoso). Nel 2021, l’Italia si è piazzata al 52° posto con un punteggio di 53. La Finlandia, invece, è tra i paesi meno corrotti, classificandosi al 3° posto. La corruzione, infatti, è una delle principali cause di infelicità.
Di fronte a una simile disparità, la reazione immediata potrebbe essere l’invidia. Tuttavia, dovremmo piuttosto ammirare questi modelli virtuosi e interrogarci su cosa possiamo migliorare. La Finlandia, pur non avendo le ricchezze naturali, artistiche e culturali dell’Italia, si è impegnata nel tempo per ottenere la pole position, mentre il nostro paese, un tempo invidiato dal mondo intero, celebrato da Dante e Petrarca come il Bel Paese, sembra aver perso la sua strada.
Miriam Millaci

Lascia un commento