
Ho sempre odiato i discorsi fatti “ad hoc” con l’intenzione di prendere in giro, chi usa l’arte della manipolazione, facendo leva sulle debolezze altrui per ottenere i propri interessi, ed altresì, chi ancora abusa dei propri ruoli di potere, mettendo in difficoltà chi intendesse poter soddisfare un proprio diritto soggettivo; non nascondo che nutro un profondo ribrezzo per questa categoria di persone irrispettose e prepotenti .
Sfortunatamente, è proprio qui che siamo finiti: una situazione, al limite della sopravvivenza e della sopportazione umana, che affrontiamo nelle quotidianità delle nostra vita da comuni mortali.
Infondo, il contesto attuale, non è facilmente decifrabile, in quanto rappresenterebbe qualcosa di surreale, paradossale! Ed invero, sembra così difficile poter avvalersi, nonostante tutto, anche del beneficio del dubbio ed adoperare quale paradigma quello della critica, una facoltà che appartiene all’uomo, adoperatosi sempre allo scopo di decifrare o più esaustivamente contestare una realtà oggettiva che gli ruota attorno.
“Rebus sic stantibus”, si ha l’impressione che buona parte di essa sia stata, oramai, più che compromessa.
A ciò si aggiunga inoltre come lo scorso lockdown abbia ulteriormente aggravato lo stile di vita e le scelte di milioni di persone al mondo, costrette a rimanere ubicate in pieno regime di permanenza domiciliare, con l’ulteriore aggravante di aver subito paure ed ansie, colpendo tutte le fasce di età: dagli anziani che sempre più si sentono come dei “vasi di cristallo” fino ai ragazzi che proprio adesso sono in “eruzione come dei vulcani”. È passato più di un anno e sono sempre le stesse persone a seguire “misure salva-vita”, messe in atto con l’avallo di un ministro della salute che oramai sembra essere sempre di più entrato nel ruolo di un paziente dentro allo studio di uno psicanalista, il quale rivela tutte le sue ansie e fobie legate ad un virus; infatti è sua l’affermazione: “Sono nervoso al pensiero di qualsiasi aggregazione di più di due persone; mi turba persino vedere passare le automobili per strada”.
Di sicuro, non sono queste le affermazioni che l’intera collettività si aspetterebbe da una persona che ricopra un ruolo così delicato.
Non mancano poi neppure quelle enigmatiche figure, come i nostri virologi, che puntualmente presenziano assiduamente i talk show televisivi, come ospiti fissi, sempre attenti e rigorosi, i quali ci istruiscono, dandoci dei consigli per smettere di vivere, e poi, successivamente tornano ad essere sempre pronti a fornirne degli altri per insegnarci nuovamente a vivere.
Quest’ anno milioni di italiani sono stati coinvolti, purtroppo, anche in prima persona, subendo la perdita di persone care, oltre alla grande sofferenza e prostrazione economica, derivata dal fatto che per moltissime persone è stato tolto il diritto al lavoro.
Tutto ciò ha fatto sì che non ci si è più trovati in una situazione di serenità e di normalità. Infatti, proprio durante questa nuova fase di lenta ripresa, ove peraltro si sta riacquistando un po’ di respiro e un poco più di normalità, si sta facendo si che a poco a poco un po’ tutta la gente stia mettendo insieme i pezzi di un puzzle che una volta giunto al termine, potrebbe fare emergere l’immagine di una qualcosa che già a molti sta iniziando ad inquietare. Si può benissimo percepire come la dimensione del reale si è andata sempre più a perdere, considerando oramai che è diventato normale, sfogare tutte le frustrazioni, ansie, timori, dubbi, specie nel mondo dei social che sono diventati il campo di battaglia tra coloro che a colpi di tweet annientano ogni potenziale avversario. La conseguenza che ne viene fuori è ancora quella di gente sempre più alienata e frustata che dopo un anno di chiusure coatte di attività e “permanenze domiciliari”, non sanno più distinguere la realtà fisica da quella virtuale. L’entrata del nuovo governo, con la figura di Mario Draghi, come Presidente del consiglio dei Ministri (un uomo con un passato da banchiere, molto apprezzato nell’ambito internazionale, in particolare con il suo ultimo incarico come Presidente della Bce, dal 2011 fino al 2019) ha sollevato diverse opinioni.
Infatti sono sue le affermazioni, in occasione del suo discorso di insediamento, riguardo “l’irreversibilità dell’euro” e quella riguardo ad eventuali “cessioni di sovranità” in quelle aree definite come “deboli”, anche se verrebbe da chiedersi, perché l’Italia dovrebbe essere così debole e bisognosa da chiedere aiuti a “destra e a manca” ; magari il suo disegno sarà più lungimirante di quello che al momento si riesce a cogliere, ma queste affermazioni hanno già fatto mettere in discussione non pochi commentatori della prima ora.
Orbene, se da una parte la politica dà le sue ansie, dall’altra si ha la consapevolezza di essere già a pochi passi dalla fine di questo incubo, anche se si presenta subito un altro dilemma da dovere affrontare: del vaccino ci si può fidare? Infatti oramai è cronaca di tutti i giorni, di come quello che doveva essere la nostra salvezza – ndr il vaccino – si sta rivelando invece come un qualcosa di insidioso e micidiale, un altro nemico invisibile che una volta entrato nel nostro corpo potrebbe agire a nostra insaputa e, fuori da ogni controllo, portarci anche a morire senza che ce ne accorgiamo.
Nonostante ogni tipo di vaccino, di quelli già in uso, abbia una “fedina penale” non proprio così immacolata (quasi tutti quelli che conosciamo hanno provocato già centinaia di morti) la gente si sente costretta a riprendere ogni giorno nuovamente fiducia. Oramai si ha la sensazione di essere in una guerra dove la regola più importante vigente è quella relativa alla sopravvivenza, dove il ricatto è quello della morte che incombe laddove non lo si facesse, costringendo così un intera umanità ad essere vittima di gente che oramai senza scrupoli ci considera nient’altro che come tanti topolini pronti per il grande esperimento del secolo.
Si può notare inoltre che, se da una parte i vaccini sono rappresentati come il principale mezzo per salvare vite umane, dall’altra è diventato un po’ come una sorta di cartina al tornasole per mettere in risalto quale Stato è più bravo e furbo e quale no. Già, Nazioni come Israele e Gran Bretagna hanno ricevuto i loro encomi per essere stati più virtuosi, dato che oramai sono riusciti a raggiungere quella desiderata “Immunità di gregge”, permettendo così alla maggior parte della popolazione di riprendere una vita normale, al contrario dell’Italia che registra ancora dei ritardi nella somministrazione dei vaccini, motivo per cui giorno per giorno vengono ritardate le riaperture delle attività, lasciando così la gente in preda alla più totale disperazione e incertezza.
Oramai, la gente è stanca di riporre fiducia verso coloro che in tutto questo tempo non sono stati in grado di rappresentare i bisogni degli italiani. In mezzo a questa indifferenza, troviamo uomini e donne che in ogni parte di questo paese, fanno la fila alle varie Caritas, per avere quel poco di cibo razionato, mentre ve ne sono altri, come i nostri cari ed onesti politici, che non rinunciano ancora a stipendi da capogiro, non considerando quell’altro surplus fatto di diarie e rimborsi vari che per loro è sempre meglio tenere in caso di necessità.Sibbene, se in un situazione del genere i cittadini avessero il bisogno di sentire un solido sostegno da parte delle istituzioni, anche questa consolazione, possiamo asserire, è venuta totalmente a mancare.
Tra il 1821 e il 1823, Francisco Goya nella sua casa de la “Quinta del sordo”, sulle rive del Manzanarre, vicino Madrid, diede inizio ad un ciclo di quattordici pitture murali chiamate le: “Pitture nere” – per via della tecnica pittorica usata – in cui i colori scuri sono dominanti; di queste, la più conosciuta è “Saturno che divora i suoi figli”.
Tra le interpretazioni stilate dai più rinomati critici d’arte, concernenti il quadro ut supra, emerge quella in base alla quale Saturno si potrebbe ben configurare come uno stato oppressore, personificabile con la figura del sovrano Francesco VII, che aveva imposto un regime tirannico per la sua popolazione.
Il Saturno di Goya è dipinto in tutta la sua più macabra follia; infatti solo un padre crudele e insano può “mangiare i suoi figli”! Si sa che le opere d’arte, tramandate a noi nel tempo possono diventare sempre un valido spunto per interpretare gli eventi del nostro presente.
Così personificata ed interpretata la situazione odierna, si assiste passivamente come la gente, giorno dopo giorno viene “divorata” da provvedimenti e leggi ritenute totalmente folli e incostituzionali; così Saturno diventa come uno Stato sempre più oppressore che dimentica i suoi figli (cittadini) , fagocitandoli uno dopo l’altro.
Il mito di Saturno alla fine, trova il suo eroe nella veste di Zeus, unico figlio sopravvissuto al padre, che poi facendo bere una pozione allo stesso, riesce a far vomitare uno per volta i figli da lui fagocitati. Il mito tramanda anche una diversa versione con un finale lieto, dove vi è un Saturno che dopo essersi riconciliato con il figlio Zeus, si ritira nel Lazio e li instaura un “età dell’oro” , diventando un sovrano buono e giusto, apportando benessere e pace sociale verso tutti.
A tal proposito sorge una domanda: noi quanto tempo ancora dovremmo aspettare per avere la nostra “età dell’oro” ?

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