Mi sono sempre chiesta se la parola chiamata “Libertà” debba avere dei suoi confini o no. Così, più la mia capacità di giudizio è maturata, più sono arrivata ad una conclusione:e ciòe che anch’essa deve avere dei limiti.
Ci sono tante definizioni, citazioni ed aforismi legate alla parola “libertà”, alcune più famose, altre un po’ meno. Tra queste, una in particolare mi colpisce:”La mia libertà finisce dove inizia la vostra.”

A pronunciare questa frase,tra tanti, fu anche Martin luter king: una delle figure più importanti e rappresentative per la lotta dei diritti degli afroamericani . Un’affermazione che oggi viene spesso usata, per mettere dei paletti, quando in certe situazioni qualcuno vorrebbe andare oltre, non considerando le posizioni e le volontà altrui.
Se a noi occidentali moderni, questo diritto, viene garantito sin dalla nascita, molto tempo fa non era così.
Qualcuno potrà ricordare,che per esempio, nell’antica Roma, si poteva nascere “liber” o “servus”. La prima condizione era quella in assoluto considerata come una vera e propria fortuna, infatti il “liber” aveva ogni diritto, condizione che comunque poteva perdere in caso di avversità, mentre la seconda apparteneva a colui il quale non aveva nessun diritto per sé stesso ,e quindi , non aveva nessun tipo di libertà da esercitare in maniera autonoma, addirittura gli era anche negato di formarsi una famiglia o nel momento in cui gli veniva concesso,gli eventuali figli potevano anche diventare di proprietà del padrone.
Ci sono svariatissime occasioni dove si abusa di questa parola, per esempio, quando in risposta a qualcuno che ci ha mosso qualche critica noi prontamente rispondiamo:”Io sono libero anche di buttarmi giù da un balcone, qual’è il tuo problema?”
Un’esternazione magari un po’ superficiale ed infelice, ma che rende benissimo l’idea che molti hanno riguardo il concetto di libertà, pensando erroneamente che sia un privilegio che appartiene sola alla persona medesima, ignorando che le decisioni che vengono prese esercitando quello che è un proprio diritto, possono avere anche delle conseguenze ad ampio spettro,come per esempio nei confronti di una comunità.
Così se una volta, nei riguardi di questa parola si aveva più rispetto, in questo periodo storico, sembra che non venga dato il giusto valore.
In quest’ultimi mesi c’è un acceso dibattito riguardo un disegno di legge che sta agitando non pochi che trovano in tutto ciò qualcosa che se da un lato, vorrebbe nascere nella volontà di dare dei presunti diritti ad una certa categoria di persone, dall’altra ne potrebbe toglierne a degli altri.
La spinosa questione è a riguardo il Ddl Zan, un disegno di legge, che porta il cognome dell’omonima persona che vorrebbe che categorie di persone come trans, lesbiche, gay, lgbt, lgbtq e disabili, fossero tutelati nel nome di una legge e che servisse nel momento in cui diventerebbero obiettivo di molestie e forme di discriminazione da parte dell’altra maggioranza di popolazione che si ritrova ad essere diversa. La volontà nel volere creare questa legge sta nel fatto che a quando pare adesso c’è una una sorta di vuoto legislativo che non permette di tutelare coloro che si ritrovano ad essere una minoranza, anche se tutto ciò non è del tutto veritiero in quanto già l’articolo 3 della Costituzione italiana, viene incontro anche a questo. Quest’argomento, oggi, si presenta come uno tra quelli più ardui da trattare, proprio perché interroga forse la parte più intima di ogni persona che per questo, si sente coinvolta nell’esprimere un giudizio che potrebbe finire involontariamente per urtare la sensibilità di qualcun altro. Così adesso, molta gente comune e personaggi più o meno noti, si stanno trovando nella difficile situazione di esprimere un giudizio veritierio e senza condizionamenti in merito a questo disegno,altri invece senza alcun tipo di indugio sono pronti a diventare dei paladini con l’intento di avere come ritorno dei benefici legati all’immagine e quindi ottenere più popolarità.
Questo disegno di legge che in questo momento sembrerebbe essere “ostaggio” del senatore Andrea Ostellari che ne possiede la delega come relatore unico, sta facendo nascere delle preoccupazioni nei confronti dell’altra fetta di gente chiamata “normale” in quanto, se quello che fino adesso è solo un disegno di legge venisse approvato, potrebbe mettere in seria discussione la libertà di pensiero e di opinione riguardo al fatto che qualcuno altro potrebbe avere una visione un po’ diversa o addirittura completamente discostante sull’argomento. Ci sono degli ipotetici scenari che potrebbero accadere una volta che venisse approvato questo disegno. Per esempio in virtu di ciò, potrebbe diventare normale in uno spogliatoio di una piscina o in un bagno pubblico, trovare qualcuno che da qualche tempo avesse maturato la percezione di sentirsi del sesso opposto e per questo pensare che sia del tutto normale stare in quel posto. Esempio non così campato in aria, visto che anche il suddetto disegno di legge specifica che l’identità di genere è in sostanza  qualcosa che è legata quasi ad una percezione, e che inoltre esula dal fatto che il soggetto in questione abbia completato il processo di transizione o meno. In questi termini tutto diventa veramente molto ambiguo, come se quasi tutto ciò fosse legato ad un sentimento che da un giorno all’altro si potrebbe provare.Anche il concetto di sessualità, non avrebbe più quasi un significato e una ragione di esistere, poiché la certezza di fronte al fatto che avere la vagina significa essere donna, ed avere il pene essere maschio, sarebbe quasi irrilevante, quindi il tutto si potrebbe affermare come “c’è, ma lo nego”.

Il disegno di legge fissa anche il 17 maggio come giornata celebrativa per garantire sempre una maggiore inclusione per questa categoria di persone, ed anche la proposta di trattare ed approfondire questa tematica nelle scuole.
Fino a non molto tempo fà, si pensava che la famiglia era quella formata da papà, mamma, ora,anche tutto cioè potrebbe cambiare prospettiva, visto che già, non da così poco tempo, coppie di genitori gay o lesbiche rivendicano il diritto di sentirsi a tutti i costi una vera e propria famiglia e non più come un qualcosa di serie b. È palese che per coppie di questo tipo la natura pone un insormontabile ostacolo da superare, nel caso in cui il piano sarebbe quello di avere dei figli. Pensiamo alle coppie lesbiche che per avere un figlio devono usufruire di un’inseminazione artificiale da uno sperma proveniente da un uomo del tutto anonimo, così anche nell’altro caso dove la possibilità di avere un figlio si può solamente considerare con l’utero in affitto o l’adozione.
Di fronte a tutto è d’obbligo fare le giuste considerazioni su quest’argomento.
Nei casi citati sopra si può anche affermare che coloro i quali  si ritroverebbero senza possibilità di scelta e quindi a soccombere a tutto ciò, sarebbero proprio i bambini che nel caso di un inseminazione artificiale diventerebbero il prodotto di una scelta a cui prevendivamente sarebbe stata eliminata la possibilità di avere un papà ed una mamma reali, nel secondo caso quello di avere una mamma, nell’ultimo caso comunque mancherebbe o la figura della mamma o del papà:”si può considerare moralmente accettabile tutto ciò?”                              

Alcuni a questo interrogativo rispondono che ci sono famiglie normali dove per esempio i figli vengono, maltrattati, abusati o che diventano vittime di comportamenti negletti che non recano non poca sofferenza a dei bambini del tutto innocenti che si ritrovano poi a doverli subire. Queste vicende rientrano nei fatti di cronaca, anche se non può diventare un valido pretesto per costruire un’alternativa di modello familiare che anche se potrebbe andare bene in un verso sarebbe poi zoppicante in molti altri.


Così se da una parte ci sono questo genere di considerazioni, di coloro che hanno delle remore o delle fermezze nel condividere queste realtà, dall’altra parte troviamo gente che dimostrano o ipocritamente dimostrano una massima apertura,con un certo tipo di affermazioni che viene anche difficile da accettare perché risuonano come superficiali e poco argomentate. In uno dei suoi video Instagram, il noto cantante rapper Fedez, affermava tranquillamente come per lui sarebbe del tutto normale se suo figlio, una volta cresciuto, si mettesse la gonna, lo smalto alle unghie e il rossetto, sicuramente molto lodevole la sua empatia e capacità di comprensione,ma perché si deve far passare per forza come assolutamente ovvio e normale tutto ciò?   Nel frattempo lui già avrebbe pensato ad aprire la porta , creando un marchio di smalti con colorazioni fantasiose ed estrose, pensate anche per il sesso maschile.

Così, adesso, anche tramite la televisione, si vede di come si stia iniziando a propagandare certi modelli. Ha già, infatti suscitato un po’ di scalpore, in questi giorni, la pubblicità di una famosa marca di caramelle dove ad un certo punto si vedono due ragazzine, un po’ più che bambine, che si scambiano un bacio saffico, un po’ troppo audace e poi in un altro spezzone sempre delle stesso spot, si vede un ragazzo a letto che offre le sue carezze, avvinghiato tra due ragazze, il tutto molto fuori luogo e provocatorio, considerato che l’intento era quello di sponsorizzare un marchio di caramelle! Una persona adulta guardando questo spot non ne potrebbe poi uscire così confuso o turbato, ma sicuramente una bambino/a si inizierebbe fin da subito a porsi delle domande.                                                 

Inoltre sarebbe doveroso affermare, che non per forza chi non si trova a condividere un certo tipo di esternazioni o atteggiamenti, per esempio riguardo ai gay o trans, perché magari hanno una visione più conservatrici e tradizionale della famiglia, debba poi avere degli atteggiamenti discriminatori o addirittura violenti nei confronti di chi è diverso.Il fatto di usare violenza nei confronti di un tuo simile il più delle volte non è legato necessariamente al fatto che di fronte a te hai un persona molto diversa, chi  per natura o perché ha ricevuto una buona educazione, non è poi incline ad una certo tipo di comportamento e quindi non penserà mai di picchiare qualcuno solo perché magari lo si vede per strada vestito da donna o perché bacia una persona del suo stesso sesso, tutt’al più sul suo viso si potrà vedere un’espressione un po’ stranita e qualche volta un sorriso, magari ingenuo e bonario, di chi non è abituato a trovarsi spesso in circostanze simili .                                      

Si dice che “In medio stat virtus” e quindi nessuno di noi ha pienamente in pugno la verità, magari ci sono tante sfumature nel mezzo di quelle che consideriamo più sicure perché ci fanno stare meglio.Ognuno sarà sempre liberò di avere la sua verità senza pensare che debba per forza scavalcare o avere l’assoluta priorità nei confronti dell’altra,ma soprattutto senza avere la volontà di imporla in maniera subdola o con l’inganno.

Miriam Millaci

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