
“L’italia rinasce con un fiore”
È questa la scritta che compare nelle ormai famose primule, nate dalla “brillante” idea del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, coadiuvato dall’architetto Stefano Boeri per la parte “artistica”.
Per allestire questa grande “opera d’arte” è stata spesa una cifra all’incirca pari a 8 milioni di euro; uno spreco di denaro pubblico di cui sicuramente si sarebbe potuto fare volentieri a meno, visto che anche dei normali tendoni, quelli per esempio usati dalla Croce Rossa nei casi di emergenza, sarebbero stati più che utili per lo scopo prefissato.
Adesso già si è in grado di vedere gli effetti di come, attraverso una sapiente e curata propaganda, anche la persona più restia sull’argomento sia stata quasi come ipnotizzata a farsi inoculare il “miracoloso vaccino”, credendo, in questo modo, di dare il proprio prezioso contributo alla scienza e, quindi, all’umanità.
Tuttavia, la scienza dovrebbe già essere pronta per pronunciare un “mea culpa”, considerando che, dal 26 dicembre 2020 al 26 maggio 2021, in Italia sono già stati segnalati 385 morti da indirizzare a quegli effetti indesiderati che hanno danneggiato in maniera permanente, o addirittura ucciso, coloro che hanno beneficiato del siero miracoloso.
Nonostante le prime morti sospette, di cui già si riconosceva un legame causa- effetto, non è stato facile per la gente coinvolta nella propaganda di codesto vaccino, prendere le giuste distanze dalla situazione, per cercare di capire se veramente questi vaccini fosse il caso di farli, o quantomeno, di pensarci un po’ di più.
L’inizio della campagnia vaccinale che, in un prima fase aveva pensato di non coinvolgere la fascia più giovane, invece poi ha cambiato rotta, credendo che fosse stato saggio coinvolgere anche quest’ultimi.
Il 6 maggio 2021 Pfizer-Biontech presenta una richiesta all’EMA (European medicines agency) per avere l’autorizzazione di iniziare i vaccini nella fascia di età compresa tra i 12 – 15 anni di età, con l’intenzione di monitorare questi soggetti a distanza di due anni, dopo avere rivevuto anche la seconda dose.
Questa richiesta di autorizzazione non può che risultare forzata, considerando che sono proprio i dati a dimostrare che la fascia dei più giovani è risultata indenne dai danni del virus o, tutto al più, con la probabilità di venire a contatto con il virus in maniera lieve, il più delle volte senza che lo stesso soggetto manifesti alcun tipo di sintomo: i casi dei cosiddetti “asintomatici”.
Camilla Canepa, una giovane di 18 anni, è tra le vittime di coloro che hanno ricevuto il vaccino della Astra-Zeneca. La storia di Camilla è un doppio dramma, perché non si può proprio accettare come il sorriso e la bellezza di una ragazza di soli 18 anni possano essere stati spenti per sempre, senza che si sia compreso il senso di ciò.
Il mancato approfondimento della cartella clinica della ragazza, che pare stesse facendo una terapia ormonale e che soffrisse anche di una patologia autoimmune familiare, non può non farci porre un’altra domanda:”Ma, quel giorno, Camilla perché era in quel centro vaccinale? Era poi così necessario che proprio un soggetto così giovane dovesse ricevere questo vaccino?Sembra che la ragazza si era sottoposta volontariamente alla vaccinazione, presentandosi ad uno degli” open day”che attualmente si svolgono in tutte le regioni d’Italia.
È scioccante l’affermazione del chirurgo che aveva operato la giovane dopo il suo malore, il quale ha dichiarato che, mai nella sua carriera era stato testimone di una situazione così critica; infatti, tutti i seni venosi del cervello della ragazza erano ostruiti a causa di una trombosi già molto estesa.
Il dramma, adesso, semprerebbe rilevare dei dettagli che fanno sempre più intendere come questa campagna vaccinale sia stata condotta molto “all’acqua di rose”.
Purtroppo, la vicenda di Camilla non rimane un caso isolato. Infatti, ci sono altre due storie una dal Michigan, dove un ragazzo di tredici anni, Jacov Clynick è morto a distanza di tre giorni dopo avere ricevuto il vaccino Pfizer. L’autopsia aveva rilevato come il cuore era ingrossato e pieno di liquidi.
L’altra storia è quella di Maddie de Garay, una bambina di 12 anni, dello Stato dell’Ohio, che ha avuto solo la sfortuna di nascere in una famiglia con due genitori così devoti alla scienza, da decidere di vaccinare tutti e tre i loro figli.
È scioccante ascoltare l’intervista rilasciata dalla madre, con accanto la figlia, che, nonostante adesso sia costretta in una sedia a rotelle ed un tubino al naso per nutrirsi, è ancora convinta che la sua decisione fosse la migliore per il progresso della scienza, e che ciò che è accaduto alla figlia è stato solo un incidente di percorso che non sarebbe mai dovuto accadere.
Nonostante queste vicende sono state ormai più che documentate, è assurdo pensare come la propaganda non sia disposta in nessun modo a fermarsi, o in qualche modo ad indicare altre strade alternative, per curare più gente possibile senza a tutti i costi ricorrere al miracoloso vaccino.
C’è tuttora, una sorta di censura da parte dei media riguardo alle “terapie domiciliari” che già come è stato documentato hanno aiutato molti ammalati ad uscire fuori dai sintomi del “Covid”, con ancora più successo quando i sintomi sono nella loro fase iniziale.
Lo stesso Ministro della salute, Roberto Speranza,non è stato in grado di apprezzare i benefici riguardo ad una terapia domiciliare che anche un normale medico di casa sarebbe stato ed è tuttora in grado di somministrare. Agire in questi termini avrebbe rappresentato un notevole vantaggio sia in termini di benefici del singolo paziente e sia anche per evitare il sovraffollamento degli ospedali, un nodo cruciale, durante la fase più critica del virus.
L’idea dell’utilità del vaccino e della sua irrinunciabilità è diventato per alcuni come un dogma che non si può criticare o mettere in nessun modo in discussione, ma da accettare solo per fede. Così sono sempre meno coloro che osano sollevare qualche critica o dubbio mentre qualcuno che lo fa viene sovente esposto al pubblico ludibrio.
I social che ormai sono diventati la principale realtà virtuale in cui la gente esprime le proprie idee, è diventato anche il migliore modo per capire come il pensiero sia diventato sempre più omologato e insofferente alle opinioni altrui. Il ruolo dei mass media sembra essersi calato, adesso come non mai, nel ruolo di chi a tutti i costi ha il compito di fare la propaganda a quello che è diventato l’unico pensiero dominante,già per esempio, alcuni dei più noti giornali si sono adoperati a fare ciò con titoli minacciosi e alquanto inquietanti.
Di fronte alla possibilità che qualcuno potrebbe avere un pensiero discordante c’è da fare i conti poi con chi potrebbe scrivere qualcosa del genere, questo per esempio sul famoso social “Twitter”:”Madonna come vorrei un virus che ti mangia gli organi in dieci minuti riducendoti a una poltiglia verdastra che sta in un bicchiere per vedere quanti inflessibili no-vax restano al mondo”: questo è il tollerante e nobile pensiero di una “giornalista”, oppure qualcos’altro,questa volta da parte di un illustre virologo che ci regala un esempio di empatia e di rispetto per la dignità altrui:”Campioni nello sport,ma babbei nella vita”. Quest’ultima affermazione nei confronti dell’ex calciatore Gianni Rivera che in una nota trasmissione televisiva alla domanda se fosse vaccinato o meno, aveva espresso la sua volontà di non volere farsi vaccinare. C’è anche un altro illustre infettivologo che già ipotizza misure coercitive, come un lockdown mirato solo per i ribelli al vaccino.
Sembra che alla fine non sia poi così difficile trarre le dovute conclusioni, non sarà facile immaginare un ritorno alla normalità, ma pare che tutto dipenderà da quando più saremo bravi e accondiscendenti,ci riusciremo?
Miriam Millaci

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