Per potere analizzare ogni avvenimento è sempre necessario il giusto tempo. Perché se in un primo momento è possibile ravvisare dei piccoli indizi che indirizzano all’elaborazione di una tesi e poi nella seconda fase che quelli stessi indizi devono diventare ancora più persuasivi per potere poi definitivamente avallare quelle premesse che erano alla base della nostra tesi.

Purtroppo alcuni fatti della storia, in cui i protagonisti siamo noi umani, non ci permettono di seguire un tipo di ragionamento scientifico, il più delle volte, infatti, le premesse non portano sempre all’elaborazione esatta di una tesi, ma al contrario quest’ultime poi possono essere ribaltate da fatti che non seguono un ragionamento di tipo razionale.

È il 17 febbraio 2021 e forse un pò tutti ricordiamo il discorso di Mario Draghi in occasione del suo insediamento come Presidente del Consiglio, ma pochi forse hanno meditato con attenzione quelle parole che forse già a quel tempo, avrebbero dovuto iniziare a farci porre più che una domanda.

Il suo insediamento è stato uno di quelli più discussi di quest’ultimi anni di governo, i pareri riguardo alla scelta di consegnare le redini del governo ad una persona che fino a quel momento non aveva mai ricoperto alcun ruolo in politica sono stati, fin dall’inizio, non scevri di critiche e soprattutto molto discordanti tra di loro. Il clima di paura e di confusione che la pandemia aveva portato in seguito delle dimissioni del precedente Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, aveva portato a credere, ai più “ingenui” che Draghi, poteva essere la persona giusta al momento giusto, quasi un pò come un “Deus ex machina”,quello che ad un certo punto nelle tragedie greche, veniva chiamato a risolvere ciò che ormai sembrava essere diventato irrisolvibile. Altri,invece non peccando più di tanto di ingenuità, avevano già iniziato a scavare nel suo passato ripescando luci e soprattutto anche molte ombre.

“Un banchiere prestato alla politica”, così molti lo hanno definito.

Dopo la laurea in economia con la presenza dell’illustre professore Federico Caffè,suo mentore, la sua carriera è tutta in ascesa.A Firenze dall’81 fino al’91 è Professore di Economia e politica monetaria, nel 1983 è Consigliere del Ministro del Tesoro, mentre dopo qualche anno a soli 37 anni è Direttore esecutivo della Banca mondiale a Washington, ma è durante il periodo come “Presidente del comitato privatizzazioni” che troviamo le più aspre critiche.Era il 2 giugno 1992 quando Draghi e altri uomini dell’elite della finanza londinese, conosciuti come i “British invisibles”, salgono sul “Britannia”, panfilo della Regina Elisabetta. Quell’anno è lo stesso in cui scoppia il caso di Tangentopoli ed quello in cui muore il giudice Falcone e qualche mese di distanza il giudice Borsellino.L’esito di quell’incontro, come già da tempo è noto, è stato l’inizio di una delle più importanti campagne di privatizzazioni e svendita del patrimonio pubblico italiano, ricordiamo lo smantellamento dell’Iri, poi la completa privatizzazione di Telecom e quella in maniera parziale di Enel ed Eni.

È il 17 febbraio 2021 e forse un pò tutti ricordiamo il discorso di Mario Draghi in occasione del suo insediamento come Presidente del Consiglio, ma pochi forse hanno meditato con attenzione quelle parole che forse già a quel tempo, avrebbero dovuto iniziare a farci porre più che una domanda.

Ricordiamo ancora come in quell’occasione Draghi afferma come la priorità dell’Italia e dei suoi cittadini era quella di uscire dallo Stato di prostrazione a cui la pandemia aveva portato. In particolare quella derivata dalla grande crisi economica che aveva coinvolto i lavoratori i quali erano coloro ai quali si sarebbe dovuto dare più sostegno. L’altra tematica da lui esposta era quella riguardo le donne ed in particolare per incrementare e rafforzare la loro presenza nel mondo del lavoro. Questi temi così presentati non potevano fare altro che essere accolti dai cittadini in maniera positiva pensando, forse, che sarebbero potuti diventare protagonisti di importanti cambiamenti.

Il discorso ad un certo punto, proseguiva, toccando anche temi più spinosi cioè le sue affermazionu riguardo “l’irreversibilità della scelta dell’euro” e quelle sulle “cessioni di sovranità”, affermazioni molto importanti sulle quali, tuttora, non sono pochi coloro a rimanere molto perplessi.

Oggi Draghi è sicuramente la persona più bersagliata e più sotto accusa del panorama politico, forse saranno rimasti ben pochi quelli che si potrebbero definire i suoi fedeli. Si è anche vista” l’accoglienza”che gli è stata riservata duerante una sua recente visita a Napoli, in cui non gli sono stati rispermiati insulti e imprecazioni, soprattutto quelle più colorite del dialetto napoletano. Il clima adesso è molto teso ed anche coloro che ingenuamente credevano che lui potesse essere quasi un “salvatore”, si saranno ricreduti pensando invece, che forse non molto facilmente chi viene da un certo passato poteva facilmente convertirsi per un ritrovato senso patriottico.

Adesso quando già la maggior parte della gente, seppur con molta fatica,stava iniziando a dimenticare e guardare oltre e Lo scoppio del recente conflitto che ha visto e vede tuttora coinvolti l’Ucraina e la Russia, ha portato inoltre anche per sua espressa volontà ad un coinvolgimento che i nostri cittadini si sono trovati a loro malgrado, a dovere affrontare ed accettare. La volontà di Draghi di volere partecipare con l’invio di armi a questa guerra ha fatto sì che venisse tradito il senso fondante della nostra Costituzione:infatti un nostro intervento sarebbe stato legittimato solo se il soggetto in questione è cioè la Russia avrebbe rappresentato una minaccia diretta per la nostra Nazione, una situazione che fin dall’inizio non si è mai palesata. Inoltre la solida relazione di scambi commerciali che c’è sempre stata tra la Russia e l’Italia, adesso si è completamente incrinata lasciando in ginocchio migliaia di fabbriche che dipendevano dal gas ed elettricità russi. E proprio di circa un mese fà la notizia che un grande stabilimento della “Colussi”, sito a Petrignano d’Assisi, si è trovato costretto a chiudere lasciando senza lavoro 300 dipendenti. La disperazione legata al rincaro dei materiali, alle bollette lievitate in maniera così sproporzionata e la difficoltà legata al reperimento delle materie prime ha costretto un imprenditore riminese a licenziare quindici dipendenti della sua ditta che si occupava di quadri elettrici, per poi prendere la disperata decisione di bere dell’acido muriatico e farla finita. Sicuramente, questa morte, come le molte altre, sarà del tutto ignorata, la “pietas”, come si sa, è un sentimento degli eroi e della nobile gente, motivo per cui i nostri politici non ne conoscono neanche il significato.

Ci sono delle date che segnano in maniera indelebile il corso degli eventi.

Una di queste è il 6 agosto 2021, una data che per milioni di italiani ha significato dovere perdere i loro diritti in nome del sacro “Green pass”,una sorta di nuovo documento di riconoscimento, da portare sempre con sé e da mostrare quando ci si doveva recare in qualsiasi luogo pubblico, ristoranti, bar etc. I risvolti negativi, dopo già quasi due anni di restrizioni dovuti a causa della pandemia, sono diventati tangibili.Si stima adesso che 45mila attività tra bar e ristoranti siano stati costretti a chiudere con la conseguente perdita di 194mila posti di lavoro. Il dramma che queste misure draconiane hanno lasciato dietro hanno avuto il loro risvolto nella sfera emotiva soprattutto per quelle categorie più fragili come gli anziani ed i bambini che da un momento all’altro si sono trovati a dovere completamente cambiare le loro abitudini quotidiane, lasciando il posto al senso di angoscia che oramai nella maggior parte della gente sembra essere diventato cronico.

Non c’è ormai alcun dubbio alcuno che l’interpretazione che all’inizio poteva fare pensare soltanto che il governo potesse prendersi cura dei suoi cittadini, lentamente si è trasformato nella consapevolezza che queste restrizioni erano il preludio per una svolta epocale che avrebbe cambiato definitivamente il modo di vivere di milioni di persone e non solo italiani. Non è un caso che sempre il Presidente Mario Draghi nel suo discorso afferma che le previsioni dopo la pandemia vedono un cambiamento anche radicale delle molte attività lavorative.Forse che il cambiamento ammetteva anche la perdita di 194 mila posti di lavoro e la disperazione della gente?Ma ormai niente di tutto ciò sarà nei pensieri del nostro tanto amore “amato” Presidente che ormai sembra avere già annunciato le sue dimissioni per i primi di agosto e già, forse, proprio per questo motivo si starebbe  anticipando a luglio la “Legge di bilancio” per il 2023.Si vocifera anche, che adesso, lo stesso Draghi, starebbe ambendo alla carica di segretario generale della Nato,se fosse così, allora potremmo anche essere in grado di mettere assieme l’ultimo pezzo mancante del puzzle e sicuramente troveremo le risposte per le molte domande che adesso sembrano non poterne trovare alcuna.

Lascia un commento

In voga